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e-commerce? Oh Yes! We are open!

Mi è capitato proprio oggi di imbattermi in un post su Facebook di Cosimo Erede, un caro amico il quale, con molta cognizione di causa, sosteneva che la maggior parte degli e-commerce viene dismessa nel giro di qualche anno (di solito al massimo 3) per mancanza di guadagno e di una corretta gestione.

La sua citazione è questa:

Ti faccio il sito di ecommerce.

Questa frase qua, pronunciata da web agency e relative uebbàggensi di mio cuggino, ha creato nel tempo una cultura della vendita online assolutamente fuori dal mondo.

7,5 ecommerce su 10 nel giro di due anni chiudono baracca e burattini. I rimanenti 2,5 sono realizzati con una opportuna pianificazione strategica a monte.

E le web agency non sanno cosa sia la pianificazione strategica. Pensateci, imprenditori, quando arriva il fatidico momento del “dobbiamo vendere online, lo fanno tutti“.

Grazie al cielo (e forse anche a me) ho costruito nel corso dei miei 20 anni di avventura sul web solo 5 e-commerce. Il più vecchio ha più o meno 15 anni, il più giovane ne ha 6. Oggi ne prendo in gestione un altro che dovrò però rivoluzionare.

Nessuno di questi ha chiuso, il primo è diventato indipendente ed oggi vanta 15 punti vendita nel Triveneto più due in Austria ed è uno dei negozi sportivi più qualitativi in Italia. Non è più di mia gestione: io gli ho dato il “là” e poi hanno iniziato a camminare con le proprie gambe anche se tutt’ora sono consapevoli dell’importante e coraggioso passo fatto a quel tempo, quando a vendere ci guardavamo negli occhi.

Se fossi rimasto una uebbàggensi probabilmente in vent’anni ne avrei fatti 60 di e-commerce ma con la stessa probabilità ne sarebbero morti il 90%. Attenzione però: non tutte le web agency sono incapaci, lungi da me nell’affermare questo; sostengo semplicemente il fatto che per poter iniziare un percorso di vendita on line, non servono semplicemente dei grafici e dei programmatori ma un team di professionisti preparati sempre più rivolto alla capacità di percepire i modi con cui le persone si comportano all’interno della Rete.

Poniamo il caso di due negozi in due città diverse ma che vendono stesse le cose: se pensate che il modo di vendita sia simile, provate ad osservarli nei loro rispettivi negozi fatti di mattoni. Se non si tratta di un franchising, le due strutture saranno tipicamente diverse in base a località, posizione, personalità del titolare, esposizione dei prodotti, tipologia di offerte e modo di comunicare con il proprio pubblico.

Perché dovrebbe essere sostenibile il fatto che on line le cose siano diverse?

Ciò che è “personal branding” per noi stessi lo sarà altrettanto per la struttura e-commerce che vorremmo realizzare.

Cosa serve per fare un e-commerce?

Per fare un e-commerce, oggi, sono necessarie figure professionali di alto livello. La vendita on line così come il web in generale, si sa, funziona utilizzando un solo senso, la vista, ed attraverso tale senso si rende necessario far provare sensazioni uniche e intense al visitatore:  credete quindi che un buon programma di e-commerce sia sufficiente?

Vi elenco alcune delle figure necessarie per realizzare una buona struttura di e-commerce:

– un buon fotografo per realizzare immagini di qualità (in caso di vendita di prodotti)

– uno specialista in neuro marketing per intercettare, esaltare e comunicare le caratteristiche dei vostri prodotti

– un seo-copy per la stesura dei testi sia in funzione del prodotto sia in ambito SEO

– uno specialista analisi del traffico in grado di leggere i dati dei tools di tracciamento e di Google Analytics  (Google Analytics avanzato, non il codice standard di GA)

– un social media manager che sappia distribuire i contenuti nei Social più adeguati e nelle modalità più consone agli stessi

– un copy per scrivere contenuti di sostegno al progetto

– un programmatore web Asp.net aperto ai consigli degli specialisti della User Experience

– un programmatore web Php con conscenze in grafica aperto ai consigli degli specialisti Ux

– un web designer creativo ed aperto ai consigli degli specialisti della User Experience

– un Web Marketing Manager che indichi un obiettivo, una strategia, una tattica e sviluppi, prima di partire con l’e-commerce, un progetto a medio-lungo termine

– uno specialista SEO che guidi il mezzo all’interno dei motori sulle coordinate del Web Marketing Manager

Ho elencato 10 figure professionali indipendenti e uniche nel loro modo di lavorare, tutte unite e interconnesse tra loro. Non sono tutti miei collaboratori ma li ritengo tutti degli incredibili professionisti: cercateli on line e ve lo dimostreranno.

L’e-commerce nasce da una squadra! Il fotografo deve scattare in funzione delle direttive degli specialisti del neuro marketing e del web marketing; idem il copy che scriverà in funzione delle direttive del web marketer e del seo-copy, oltre che dare un occhio alle direttive dello specialista SEO su report dell’analista.

Per far decollare un aereo da una portaerei non serve solo una pilota ma un team perfettamente unito e rodato per non commettere nemmeno il più piccolo errore che in quel caso potrebbe essere fatale. Lo stesso vale per un progetto e-commerce.

Non sono molte le web agency che riescono mettere in campo persone di questo calibro, soprattutto perché non esiste ancora un’educazione nel campo dell’e-commerce da parte degli imprenditori che ancora ritengono possibile realizzare un negozio on line di successo spendendo 3-4.000 euro con risultati dall’oggi al domani. Di contro, esistono ancora degli pseudo professionisti che promettono mari e monti, riempiendosi la bocca di termini inglesi, ma di fatto non avendo la benché minima idea di cosa significhi avviare un’impresa on line. I cuggini sono il male! Sono gli stessi che convincono gli imprenditori che il web non funziona!

Ma “il web”… funziona?

Il web funziona eccome: in alcuni test effettuati per dimostrare al cliente che, se fatto bene, l’e-commerce genera ROI, ho dimostrato che con 30-50€ di investimento è stata raccolta una vendita per 1.300€ – Ora dimostratemi quale altro mezzo vi permette un ROI simile!

Dimostratemi anche che un imprenditore non è disposto ad investire se gli portate risultati concreti.

Non voglio più far parte di agenzie o gruppi che vendono progetti a pacchetto, o simili. Ho una certa esperienza che mi sono costruito attraverso lo studio, gli esperimenti, i test, i fallimenti ed i successi. Oggi sono ancora in prima linea, a studiare per imparare a capire e non per imparare il “come si fa”.

Investo parecchie migliaia di euro in formazione perché la ritengo la sola ed unica via che ci permette di crescere, ma nel frattempo ho iniziato a tenere qualche corso per piccoli imprenditori per condividere ciò che conosco e dare loro la possibilità di capire ed entrare in questo meraviglioso mondo che è la Rete e l’e-commerce. L’imprenditore ha bisogno di concretezza, di sfide che lo portino a nuovi mondi dove lui possa esprimere tutto il suo potenziale. Non ha paura di investire ma non ha bisogno di fuffologi e di effetti speciali.

Questo è ciò che voglio dare ad un imprenditore o un’imprenditrice, secondo la mia esperienza e liberandomi da vincoli dettati da regole di agenzia, da budget da raggiungere. Per tutto questo ho scelto di “camminare” da solo, circondato solo da persone di mia fiducia, dimostrando che il web e l’e-commerce sono un mercato in attivo.

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Parola Magica: Webmarketing

Il presente sembra rivivere la stessa bolla speculativa del lontano 2000, quando il web sembrava risolvere tutti i problemi e poteva far diventare tutti milionari. Oggi la parola magica non è più “web/e-commerce” ma…

 

WEB MARKETING

 

Mai come ora, infatti, la parola web marketing è sulla bocca di tutti i socialcosi e di tutte le aziende. Potrei perfino pensare che a breve l’hashtag #webmarketing comparirà nei TT di Twitter e ci rimarrà tanto quanto una canzone di successo nella hit parade.

Di conseguenza a questo brusio, i corsi di apprendimento stanno spuntando come funghi e come funghi compaiono anche gli specialisti di settore: oggi sono tutti web marketing specialist! …domani chissà…

 

Questa definizione è stata appiccicata anche a me qualche anno fa e non vi nascondo che ogni volta che la sento mi fa venire il prurito. Mi occupo di web marketing, è vero, e di conseguenza bisogna che mi appioppino un titolo; io sin da subito tengo a sottolineare sempre che sono stato “specialist” fino a ieri. Oggi torno nuovamente sotto esame come succede tutti i giorni da 10 anni a questa parte. Il web marketing è una scienza, e come tale deve essere studiata ogni giorno; è in continua evoluzione e non da meno deve essere sotto costante analisi. Ogni azienda, ogni tipo di comunicazione, ogni strategia è una situazione a sé e come tale va studiata, pianificata, resa concreta e va sempre misurata. Quindi io sono un web marketing researcher . 🙂

Non esiste un modulo e nemmeno una regola matematica per fare ed applicare web marketing ma esiste una ricerca approfondita rapportata agli obiettivi identificati, alle persone a cui vogliamo rivolgerci, con quali mezzi o strumenti vogliamo raggiungerli e con quale tattica vogliamo conquistarli.

 

Capite che definirsi “specialisti” è davvero una responsabilità molto importante da portare?

Implica una conoscenza che esula da quanto è stato imparato sino ad oggi nel marketing tradizionale, perché il campo di applicazione di questa scienza è il WEB, ed il web è una reazione chimica a catena: sappiamo quando è iniziata ma non sappiamo quando terminerà. Al momento possiamo solo controllare come si sta evolvendo. In questa reazione chimica sociale, entra in gioco il web marketing e la continua scoperta dei comportamenti delle persone all’interno del mondo digitale.

 

Alessandro Sportelli, forse il più autorevole personaggio nel mondo del web marketing italiano, a ragione ritiene che per poter fare in modo che una visita si concretizzi sul nostro sito sia necessario preventivamente mettere in campo una strategia. Se desideri qui trovi la sua ricetta per il webmarketing

 

La strategia è il modo più utile e funzionale per scoprire, raggiungere e seguire il cliente.

 

Tale strategia porterà ad identificare la nicchia dei nostri potenziali clienti, sarà in grado di accompagnare il visitatore del sito verso una conversione dapprima definita tiepida e via via sempre più calda, sino a trasformarla in cliente.

Tra “visita” e “cliente” c’è un passaggio evolutivo chiamato da Alessandro ConnectionFunnel® dentro al quale, prima di arrivare alla conversione, molteplici visitatori vengono persi per strada per svariati motivi; tali visitatori potrebbero successivamente ritrovare la strada verso l’acquisto grazie ad un processo di remarketing sviluppato attraverso l’analisi dei dati ottenuti semplicemente leggendo il traffico del sito in modo avanzato ed applicando la strategia precedentemente pianificata.  Se ti piacciono i numeri e le analisi qui trovi un corso per imparare a leggere Google Analytics in modo avanzato.

 

Fin qui, è già un bel casino, ed è solo l’inizio.

 

Immaginate ora che il lavoro sia stato fatto, che tutte le cosine siano a posto e che il vostro sito sia finalmente visibile in rete. Immaginate anche che il vostro sito abbia ottenuto una reazione: che ne so, un contatto.

 

COME GESTIRE I CONTATTI RICEVUTI

 

Un contatto è in pratica ciò che gli yankee chiamano “prospect”: un potenziale cliente. Nel ConnectionFunnel® di Alessandro equivale ad un passaggio dallo stato freddo allo stato “tiepido”, a volte può arrivare anche ad essere “caldo”.

Capite bene che, metaforicamente parlando, equivale per un pescatore vedere il galleggiante muoversi realizzando che il pesce sta abboccando. Non c’è momento più adrenalinico di questo per un pescatore, nemmeno la cattura.

Lo stesso dovrebbe essere per il proprietario di un sito: una mail di richiesta ricevuta vale quanto il galleggiante che si muove (anzi, di più!). Non si può sottovalutarla e non si può perderla d’occhio nemmeno per un solo istante. La maggior parte dei siti che funzionano (soprattutto americani) dalla ricezione della richiesta alla risposta lasciano passare massimo qualche minuto.

 

Eppure, ancora oggi in Italia, c’è chi alle mail non è in grado di rispondere, non le segue, e non è consapevole delle conseguenze che ne deriveranno da tale mancanza. Normalmente questi personaggi sono quelli che poi diranno: “Bah! Internet tanto non funziona”.

Non ci credete eh?

 

TESTIMONIANZE

Non più tardi di qualche giorno fa mi sono imbattuto in ben tre casi come quello citato sopra.

1) una ditta che vende guanciali e materassi

2) una grossa, ma grossa grossa, azienda che vende on line (no! non è Amazon)

3) un hotel a cui ho chiesto un pernottamento tramite il form del sito

 

Il Primo ad una richiesta di acquisto non ha risposto: sono già passati 5 giorni

Il Secondo ad una richiesta di assistenza dopo l’acquisto non ha risposto: sono già passati 4 giorni

Il Terzo ad una richiesta di disponibilità camere sul form evidenzia “messaggio di errore del form” e non ha mai risposto (ovviamente)

 

Conseguenze:

  • nel primo caso ho cambiato fornitore ed ho poi acquistato
  • nel secondo caso ho lasciato un giudizio negativo ovunque potessi
  • nel terzo caso ho cambiato hotel

 

Non è possibile essere in queste condizioni all’alba dell’incontro con Apophis perché, nel caso se ne accorgesse, questa si convince che non siamo degni, cambia leggermente traiettoria e punta dritto dritto su di noi.

Il cliente va acquisito e fidelizzato.  [Apporofondimenti: come costruire una clientela fidelizzata ]

 

Abbiamo il più potente, meraviglioso, incredibile rappresentante della nostra azienda e lo gestiamo come la più inutile spazzatura. Non lamentatevi se Internet non funziona perché non è vero: siete voi che non funzionate!

 

Cosa serve per fare web marketing?

– Innanzi tutto il cervello!

– Subito dopo serve analisi

– Quindi applicare una strategia

– Di conseguenza utilizzare una tattica

 

Tutto il resto lo trovate in Rete, con decine e decine di piattaforme, strumenti, e addirittura contenuti (testi e immagini)

 

Non di te che Internet non funziona: vi hanno servito il mercato mondiale su un piatto d’argento!

Cosa volete di più?

Google_project_Sunroof

10 servizi Google che forse non conosci

Partiamo da qui:

Google è un motore di ricerca

Google è un’azienda che vende pubblicità

Google è una azienda “mobile

Google è un laboratorio di Ricerca e Sviluppo avanzato

e molto probabilmente è anche una Intelligenza Artificiale Avanzata.

Google è tutto questo e ancora di più, probabilmente: ci sono fior fior di cervelli che stanno continuando a partorire idee futuristiche investendo milioni di dollari. Se tu come me potessimo entrare nel mondo di Google credo che faremmo in un nano secondo un salto quantico. Oggi però voglio parlarti di ciò che già esiste, che Google ti offre, ed è perfettamente funzionante e soprattutto gratis!

In questo articolo ti propongo 10 servizi Google che forse non conosci

Google è una milionata di cose, è gigantesco, ha superato Apple nella graduatoria delle aziende più capitalizzate del mondo, diventandone la prima in assoluto. Essendo così grande, è molto probabile che tantissime cose ci sfuggano e magari si tratta di cose, o strumenti, che potrebbero esserci davvero utili per lo sviluppo del nostro lavoro o semplicemente per la nostra vita quotidiana.

Ci sono là dentro dozzine e dozzine di App e di altri prodotti che aspettano solo di essere utilizzati. Tutti conosciamo Gmail e Google Calendar ma esistono utility di Google, ad esempio, possono avvalorare molto di più anche questi due comuni prodotti.

Cominciamo a conoscerne qualcuno:

Chrome Remote Desktop

Un Desktop remoto può costare anche 100€ ed anche di più se necessiti di soluzioni di marca o particolarmente sicure, ma di queste probabilmente non conosci la soluzione gratuita che ti offre Google per chi utilizza il browser Chrome.

Chrome Remote Desktop permette di connetterti al tuo computer da uno smartphone o da un Tablet. In questo modo potrai connetterti alla scrivania del tuo computer e operare attraverso  il tuo apparecchio mobile da qualsiasi parte del mondo ti trovi

Qui trovi il download di Chrome Remote Desktop per Andorid

Qui trovi il download di Chrome Remote Desktop per iOS

Panoramio

Moltissime persone non conoscono Panoramio eppure si tratta di una delle più curiose ed utili cose che Google ha realizzato: esso mostra una foto da una mappa del mondo offrendoti poi una incredibile prospettiva della cosa. È possibile implementare la mappatura del mondo se in possesso di un account Google che può a sua volta esser collegato a Panoramio

Qui puoi accedere a Panoramoio

Google Sky

Se Panoramio offre una moltitudine di immagini per la scoperta del mondo, Google Sky fa altrettanto per esplorare lo spazio. È utilizzabile anche con l’ausilio di Google Earth.

Qui puoi accedere a Google Sky

Who’s Down

Chi conosce una App chiamata who’s down? Probabilmente molto pochi.

Questa app è inizialmente solo su invito ed è un nuovo modo per amici della stessa area di stare insieme spontaneamente. La descrizione della app dice: “ Guarda all’istante quale dei tuoi amici è libero per un Hang Out proprio quando lo sei anche tu. Oppure con il cursore fai sapere che al momento non sei disponibile.

Who’s Down è una app free per mobile sia Android ch iPhone

Qui trovi il download Who’s Down per Android

Qui trovi il download Who’s Down per iOS

Project Sunroof

Questa è proprio bella: Project Sunroof è un magnifico strumento che ti permette di capire che sa tua casa è potenzialmente adatta per installare dei pannelli solari sul proprio tetto. Lo fa utilizzando  le immagini di Google Earth.

Al momento sembra sia disponibile solo per alcune Nazioni (esempio gli Stati Uniti, ovviamente) ma senz’altro avrà seguito anche per nazioni come la nostra.

Se sei curioso, qui trovi l’indirizzo per provare Project Suroof

One Today

Questa rasenta l’incredibile: One Today è una app che supporta una vasta varietà di enti di beneficienza. Attraverso questa App è possibile visualizzare ogni giorno diverse associazioni benefiche e fare per loro delle piccole donazioni.

Qui trovi i download della app One Today per Android

Qui trovi i download della app One Today per iOS

Google Translate

No dai questo lo conoscete! Non mi soffermo più di tanto su questa utilissima app per tradurre frasi o parole in un momento di difficoltà ed in qualsiasi lingua (non sempre al meglio) ma se volete l’indirizzo per poterla scaricare facilmente eccoli qui:

Download Google Translate per Android

Download Google Translate per iOS

Google Scholar

Se devi fare una ricerca approfondita per qualcosa di davvero importante, forse non è una bellissima idea affidarsi esclusivamente a Wikipedia o prendere notizie generalità qua e là sul web. In tuo aiuto arriva Google Scholar che abiliterà la tua ricerca esclusivamente cercando tra i più autorevoli siti e con una reputazione quasi certificata, tipo riviste mediche o siti con documentazione legale certificata. Ognuno deve fare le proprie valutazioni ed essere consapevole che la ricerca è qualcosa di veramente serio. Personalmente, e sottolineo personalmente, cerco sempre diverse fonti che riportino la notizia o la ricerca che sto effettuando e qualche volta valuto informazioni che esulano dalle cosiddette fonti ufficiali spesso guidate da interessi di parte violando così la regola fondamentale della imparzialità

Qui trovate l’indirizzo di Google Scholar

Build with Chrome

ok ok! Qui entriamo nelle passioni ma è un fenomenale e divertentissimo progetto di Google per utilizzare delle LEGO® virtuali e costruire qualsiasi cosa tu immagini. Inoltre, è possibile esplorare altri oggetti che altre persone hanno costruito. Non male, proprio non male!

Qui trovi l’indirizzo a Build with Chrome

Gmail

ehm…. va bene dai! Mi serviva la decima app e che diamine!

Però… c’è un però!

Nonostante chiunque su questo pianeta che abbia avuto a che fare con un computer ha sentito parlare di Gmail, non tutti conoscono tutte le possibilità e le utilità che Gmail può offrire come client di posta elettronica. Nonostante io abbia un dominio e delle mail personali che utilizzo (ne ho ben 20), la mia Gmail personale rimane comunque la mail più utilizzata in assoluto, più di tutte le altre.

Gmail è su mobile, su desktop e su qualsiasi cosa abbia una connessione internet fruibile inoltre, se utilizzate Google Chrome, troverete una infinita possibilità di settore come meglio credete il vostro client di posta Gmail. Provare per credere.

Qui trovi Gmail per Andorid

Qui trovi Gmail per iOS

Bene: oltre a queste bellissime cose che Google ci offre gratis, ricordiamoci di Google plus e ricordiamoci anche che Google è un Universo che comprende la Rete, Google ingloba tutto e tutti e per questo va sfruttato ed utilizzato nel migliore dei modi, soprattutto per chi, come me, gestisce o collabora con le aziende sia a livello di web marketing sia a livello SEO. Mai come oggi i contenuti che gestirai su Google diventeranno importanti per il posizionamento e la ricerca all’interno del più incredibile motore di ricerca della Rete. Sempre di più questi contenuti saranno valorizzati nel momento in cui li scriverai per il tuo target e non per Google. Non dimenticarlo mai!

Google lavora costantemente per darti la possibilità di usufruire al meglio di tutte le opportunità che la Rete oggi può offrire già pensando al domani. Come dico sempre: Google ci vuole bene! Sei d’accordo con me?

Shutterstock_Riconoscimento_Visivo

Shutterstock inserisce la ricerca per immagini

Ovvero: inizia l’era del riconoscimento visivo?

Sembra una piccolezza ma questo potrebbe cambiare, e di molto, le nostre valutazioni anche in campo seo.

Mi spiego:
Oltre che gestire i contenuti ed i tag relativi alle immagini cercando di cogliere sia le frasi che le parole chiavi più attinenti al contesto che andiamo a realizzare, per poter essere meglio indicizzati molto probabilmente sarà necessario anche dare un occhio di riguardo al soggetto visivo dell’immagine che andremo a proporre nei nostri contenuti.

Se infatti da un po’ di tempo include nella ricerca di immagini anche con la possibilità di associare per affinità le stesse, viene logico pensare che questo algoritmo sia in grado anche di correlare gli “alt – tag” relativi, calcolandone poi la pertinenza con i contenuti nei quali sono state inserite, leggendo successivamente il grado di coinvolgimento che sono state in grado di creare per associare infine alla nostra immagine un valore di importanza.

Sarà un altro fattore di calcolo per scalare le SERP? molto probabile!

Lo sostengo anche per il fatto che la comunicazione si sta spostando velocemente verso i contenuti video, orientandosi in questo modo sempre più verso una valutazione visiva e che non può di conseguenza contenere testi, o non più di tanto.
A detta di molti i contenuti con più di 5/600 parole sono meglio indicizzati e posizionati dai motori rispetto a quelli con minor testo; se però viene presa in considerazione anche la parte visiva, ecco che viene a cadere un altro “dogma”, dando così un po’ di respiro a tutti quei contenuti che non sono e non possono elargire testi per più di 200 o 300 parole (pensate agli articoli e-commerce, alle notizie news, agli istant moments, etc..).

Il mondo dei motori è in continua evoluzione ed a parte qualche falla gli stessi diventano ogni giorno sempre più sofisticati nonostante rimangano ancora dei processi matematici. In conclusione, a meno che non siate dei programmatori pionieri del calibro di +Ivano Di Biasi vi consiglio vivamente di “pensare” a realizzare i vostri contenuti in funzione e per vantaggio di chi ne usufruirà, di questi contenuti, e non semplicemente per essere primi sui motori di ricerca.

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Realtà Aumentata nei piani di Marketing

Siamo entrati velocemente nel 2016: un nuovo anno ed una nuova sfida per tutti i marchettari (web e non).

Mai come in questo periodo temporale ci troviamo tra l’incudine ed il martello visualizzando in questo modo, in senso metaforico, il cliente finale e il committente del nostro lavoro …od il Ceo di turno.

Questi ultimi poi, non so se capita anche a voi, si aspettano soluzioni sempre più incisive verso il pubblico ed il consumatore finale, attraverso campagne on line e quelle off line tra cui la stampa, i POP, i prodotti e quanto altro sia possibile inventare con l’obbligo che sia di impatto, che coinvolga e che costi poco (non sempre, ma spesso).

Come scrivo sopra, sono tutte soluzioni e proposte che hanno un comune denominatore: devono coinvolgere e convincere il consumatore finale a fidelizzarsi al brand e/o acquistare il prodotto presente sul mercato.

Tutte cose fattibili, tutte belle intenzioni, ma: come fare? Cosa ci inventiamo di nuovo? Che mezzi utilizziamo?

Ed ecco entrare in gioco a piè pari la Realtà Aumentata che può ricoprire un ruolo determinante nel prossimo futuro (oggi), portando così il marketing tradizionale a piè pari nell’era digitale. Si tratta in effetti di una tecnologia che al momento risulta ancora poco conosciuta o poco utilizzata e questo le fornisce un enorme vantaggio se utilizzata nel modo corretto e soprattutto può godere della possibilità di diventare funzionale ad un obiettivo purché pianificato con una strategia di marketing.

Cos’é la Realtà Aumentata?

“Per realtà aumentata (o realtà mediata dall’elaboratore in inglese augmented reality, abbreviato “AR”), si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi.” [fonte: Wikipedia

Tra i vantaggi della AR (Augmented Reality) possiamo subito toccare con mano

– Creazione di stampa interattiva (rivalorizzando così la carta stampata finita ormai quasi in cantina)

– Una reale e concreta misurazione del marketing tradizionale grazie all’interazione digitale associata (e quindi misurabile)

– Un coinvolgimento diretto dei clienti verso l’area di vendita ( o la leading place)

– Una miglior transizione all’interno del Connection Funnel®

Alcuni esempi di Realtà Aumentata applicabile a diversi supporti e mezzi di comunicazione

Realtà Aumentata su Carta Stampata

digitalizzando le immagini è possibile ottenere un valore aggiunto che arricchisce il contenuto: ecco un bell’esempio di Realtà Aumentata di Experenti

Realtà_Aumentata_Experenti

Esempi di realtà aumentata realizzata da Experenti

Realtà Aumentata in Proiezione virtuale

come visualizzare prodotti ed informazioni ulteriori rispetto alla semplice presentazione statica

Realtà Aumentata Futuro Prossimo

Ricordate i Google Glass? Come ogni invenzione il primo passo è l’inizio di un nuovo e lungo cammino…

La Realtà Aumentata offre infinite possibilità nel rendere la comunicazione off line qualcosa di straordinario ma soprattutto rendere la comunicazione off line misurabile, fino ad oggi pressoché impossibile da pensare e controllare concretamente.

Creare comunicazione attraverso la Realtà Aumentata è molto più facile di quello che sembra ed è sicuramente un’alternativa che non può e non deve essere sottovalutata nelle proiezioni di investimento per l’anno in corso e per il futuro.

Oggi più che mai è necessario distinguersi ma non con effetti speciali, bensì ottimizzando tutti gli strumenti ed i mezzi che abbiamo a disposizione con una strategia pianificata, con nuove idee e proposte che trasformino il target un prospect il più in fretta possibile ottenendo così, con altrettanta velocità, un cliente fidelizzato.

“Perché il webmarketing è una scienza, non un’accozzaglia di strumenti” [cit. Alessandro Sportelli]

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Il Computer Quantico di Google

Ho letto proprio qualche giorno fa un bell’articolo di Davide Pozzi alias “Tagliaerbe”, il quale esprime alcune considerazioni sul nuovo computer quantico di Google e su un video, in particolare, del caro Rudy Bandiera.

L’argomento principale è rivolto al supercomputerquantico di Google (e della NASA) ma poi si scivola ovviamente sull’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca, la famigerata SEO, che a quanto pare dovrebbe fare un salto (sempre quantico) verso un nuovo modo di analizzare, e quindi di mostrare, i contenuti.

I due esperti danno la loro opinione sul modo in cui gli algoritmi di Google si comporteranno in futuro, dove da una parte viene sconsacrata in modo ironico la funzione professionale dei SEO, dall’altra viene invece fortemente rivalutata.

A mio modesto avviso il ragionamento non fa una piega né da una parte né dall’altra.

Chi sostiene che la SEO (come è intesa oggi) non avrà più senso di esistere ha ragione.

Chi sostiene che la SEO continuerà a fare la propria importante figura ha altrettanto ragione.

La risposta è scritta proprio in un pezzo di questo bellissimo articolo di Davide:

….”Il punto è però quello che se da una parte c’è un contenuto, dall’altra parte ci sono decine, centinaia, migliaia di persone profondamente diverse fra loro per interessi, cultura, capacità di comprensione.

Ecco perché Google non può dare delle risposte univoche, ed ecco perché le SERP del motore sono sempre più personalizzate (e sempre meno uguali per tutti).” …..

Lì dentro sta probabilmente la verità: se per SEO intendiamo posizionare un contenuto nelle prime posizioni in base alla parola chiave, allora la SEO è pressoché defunta; se invece si intende la ricerca nell’ottimizzare al meglio i contenuti attraverso tecniche e scrittura, ma soprattutto target di ascolto, allora il professionista SEO avrà da dire ancora molto.

Sempre secondo il mio personale punto di vista dovrà esserci una trasformazione radicale in ambito professionale, dovuto proprio al fatto che il motore per antonomasia, proprio grazie alla infinita capacità di calcolo, saprà “capire” cosa far vedere prima ad ogni singola persona, grazie alla molteplicità di azioni svolte dalla stessa sul web e di conseguenza registrate metodicamente da Mr Google.

Non finisce qui: sono anche convinto che oltre alle azioni effettuate via web, questa “Intelligenza Artificiale” saprà catalogare anche molto di più, come ad esempio gli spostamenti, gli acquisti, e tutto quello che è possibile memorizzare di una persona… sì… anche il carrello della spesa del supermercato, probabilmente. Waze, ad esempio, vi dice niente…?

Questo è il vero salto quantico nella ricerca: conoscere ogni singolo essere umano e fornirgli ciò di cui lui e solo lui ha davvero bisogno.

Sarà per cui impossibile dimostrare con metodi obsoleti il risultato al cliente (quante volte vi sarà capitato di ascoltare domande del tipo: “perché se digito la parola chiave non compaio nei primi posti?”) – Da oggi non sarà più così quasi certamente.

Finalmente (e lo ripeto: finalmente!) verranno a galla esclusivamente quei professionisti che saranno in grado di dimostrare risultati concreti: risultati trasformati in “lead” e “vendite” . Questo è da far capire con i numeri al cliente finale!

Non si tratterà più, infatti, di “arrivare primi su Google” ma si tratterà di come arrivare primi su Google per le persone che contano in riferimento al settore di appartenenza.

Il professionista SEO inizierà a trasformarsi in qualcosa di più: diventerà anche uno scrittore di contenuti e analista di emozioni; in pratica si umanizzerà e si specializzerà in qualcosa che ancora non esiste professionalmente, rimanendo sempre e soprattutto un tecnico.

Per chi lavora nel web diventerà sempre più importante avere una conoscenza di base molto ampia ed avere come plus il proprio bagaglio culturale nel quale si sarà specializzato (musica, grafica, sport, cucina, etc…) e che darà l’impronta al lavoro svolto.

Come accadde tempo fa nel settore grafico, in cui ogni singola professione del processo di stampa era ben distinta (composizione, fotolito, formatura, stampa, confezione) il mondo sta aggregandosi, ed anche nel web tutto si amalgamerà in qualcosa di molto più evoluto (come i Pokemon) in grado di far fronte alla nuova prospettiva che ci riserveranno sia il nostro caro Google sia l’Intelligenza Artificiale che è sempre più parte della nostra vita, perché non dimenticate mai che Google è “colui che È”… e Google vi vuole bene! 🙂

DWave_Computer_quantico_Google

La SEO è morta! (1580ma puntata)

Ieri, 8 Dicembre 2015, un evento storico ha varcato i portoni dell’Esistenza Umana su questo Pianeta. Non mi sto riferendo al Giubileo ed all’apertura della Porta Santa ma alla messa in funzione di D-Wave: il computer quantico di Google finanziato da Google, la NASA e sponsor del calibro di Amazon.

Di cosa si tratta?

Come riferito da Rudy Bandiera nel suo articolo, si tratta di un computer che elabora in un secondo quanto un normale computer farebbe in 10.000 anni. Sì sì avete compreso bene: diecimila anni!

Intelligenza Artificiale? Beh, io credo che ci siamo!

Sto cercando articoli credibili sul fatto che la NASA sia sull’orlo del burrone nel perdere il controllo proprio della capacità di auto apprendimento dei nuovissimi processori che auto imparano. Si tratta un momento molto delicato per l’umanità, perché ci avviciniamo pericolosamente a ciò che si prospettava nei film quali Terminator e simili.

Ma torniamo a noi!

Cosa potrebbe significare in termini concreti un’evoluzione di calcolo di queste dimensioni?

A prescindere dalla realtà virtuale applicata ai giochi, io mi concentro sui risultati di ricerca che Google sarà in grado di offrirci nel momento in cui cercheremo determinati argomenti e contenuti.

Forse non sarà più necessario di inserire una semplice parola chiave o una long tail (frase) ma si potrebbe arrivare a risolvere la domanda con una vera e propria comunicazione con il motore di ricerca.

Google potrebbe utilizzare il suo D-Wave per trovare i risultati “one-to-one” e non più per parola chiave; per cui diventerebbe inutile pensare alla vecchia maniera SEO ma risulterebbe necessario e fondamentale codificare i contenuti in base al significato degli stessi (schema.org potrebbe essere solo l’embrione di partenza). Ho sempre sostenuto che la SEO tecnica comprende il 20% della strategia di indicizzazione e questa evoluzione ne è la conferma: bisogna lavorare per gli utenti e non per Google. 

Una velocità di calcolo così elevata è in grado di “vedere” tutto il Big Data disponibile: è in grado di associare, confrontare, interagire e mostrare i contenuti più utili ad ognuno di noi in modo assolutamente personale, arrivando a far diventare Google il nostro consulente di fiducia.

Inoltre: Android potrebbe fare un salto di qualità ancora inimmaginabile spazzando via letteralmente sistemi operativi del calibro di iOS.

Siamo davanti ad una evoluzione di grandezza astronomica? Probabilmente sì!

Il prossimo futuro (cioè oggi pomeriggio!) è pronto ad invadere la nostra esistenza. Ad ogni modo tenete bene a mente una cosa: Google ci vuole bene!

La SEO è morta? No! Si evolve… come l’Universo.

Come_fidelizzare_clientela

Come costruire una clientela fidelizzata

Ovvero: qual è il modo per farti amare dai clienti tutta la vita

Uno dei problemi più grandi da risolvere per un Web Marketer consiste nel trovare la soluzione, o il modo, per rendere i clienti più fidelizzati possibile verso un Brand e/o un’azienda.

Per fare questo si studiano campagne, si mettono in atto strategie editoriali per tenere l’attenzione sempre attiva, e si cercano prodotti sempre più innovativi.Tutto giusto!

A patto che tutto questo sia indirizzato verso un solo vero, unico, obiettivo: il cliente.

Spesso infatti, mi trovo a dover correggere la strategia aziendale di qualche azienda perché incentrata troppo su se stessa e non sul cliente finale. È il cliente che deve convincersi di acquistare il miglior prodotto nel momento in cui decide di fare “il passo”. Per ottenere la sua preferenza non è mostrando quanto siamo belli che convinceremo quest’ultimo ad acquistare ma ci riusciremo nel momento in cui arriveremo a catturare la sua attenzione coinvolgendolo in prima persona. L’azienda deve concentrarsi su questo e solo su questo: mettere al centro di tutto il cliente è una condizione che non può e non deve essere sottovalutata.

Il Cliente è tutto! È la vita stessa dell’azienda! Ce lo insegna Amazon, mica uno qualunque…

Un esempio di sicuro coinvolgimento è quello realizzato da Atomic: la famosa casa austriaca costruttrice di sci tra i più performanti al mondo.

Nel suo sito è possibile trovare una sezione ( https://goo.gl/gB6Sw2 ) in cui il cliente può personalizzare i propri sci, trovarne la giusta altezza, scegliere il tipo ed il modello in base alle proprie capacità tecniche, vederli in anteprima, correggerne la grafica e successivamente acquistarli. Il tutto a portata di clic senza doversi spostare dal proprio Device.

Un video molto curato ( https://goo.gl/vkc6Sq ) mostra la semplicità dell’operazione in modo tale che il cliente abbia da subito una percezione user friendly nel momento in cui decidesse di optare per la soluzione Atomic (e chi ne sa di questo sport non può che esserne attratto).

PS [il sottoscritto non ha nulla a che fare con Atomic Ski (alias: il mio contenuto non è una marchetta)] 🙂

Generazione-Z_nuova-comunicazione

Grossi guai per la TV!

Millennium e generazione Z abbandoneranno la TV

Secondo un rapporto Nielsen svolto negli Stati Uniti per conto di Ad Age, la visione dei quattro grandi canali americani – ABC, CBS, Fox, NBC – ha avuto un notevole calo di audience nella fascia di utenti che va dai 19 ai 49 anni di età. Questo significa che gli spettatori più giovani sono sempre meno utenti televisivi e spendono il loro tempo libero su altri fronti.

Se poi indirizziamo la nostra attenzione sugli utenti molto più giovani, diciamo tra i 12 e i 17 anni, dal 2011 le ore spese davanti alla tv sono passate da una media di 25 ad un arco di 15 ore.

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La domanda viene spontanea: dove viene deviato tutto quel tempo?

Sembra che i pochi programmi preferiti vengano visti in un secondo momento attraverso la registrazione su hard disk o su servizi come Netflix ed AppleTv arrivando addirittura ad evitare completamente la tv per preferire video su applicazioni e telefoni, soprattutto YouTube, Facebook, SnapChat.

Cosa succederà qui in Italia?

La popolazione è molto più anziana di quella americana ma il potere di acquisto sta lentamente e inesorabilmente passando dalle mani dei “vecchi” a quelle delle nuove generazioni che non hanno la benché minima intenzione di sorbirsi un media obsoleto che vomita solo un sacco di cazzate e notizie troppo vecchie rispetto al “real time” dei nuovi media.